PATOLOGIA DI PARETE: PERCORSO CLINICO
Questi sono i capitoli principali che possono aiutare i pazienti a comprendere meglio quello che sta dietro al termine "difetto erniario" ed al significato di patologia della parete addominale.
La diagnosi di qualsiasi ernia della parete addominale è essenzialmente clinica.
Nel corso della visita chirurgica vengono inizialmente valutati lo stato di salute, la presenza di malattie importanti, i farmaci abitualmente assunti e le eventuali allergie riferite dal paziente. Al termine dell'anamnesi, si valuta la sede e le dimensioni del difetto erniario, la natura del contenuto e la sua eventuale riducibilità in addome. La sintomatologia sarà determinante per indirizzare il paziente verso un trattamento conservativo, in caso di asintomatomaticità, oppure verso un trattamento chirurgico.
Una volta condivisa la decisione terapeutica, il paziente sarà inserito in una lista d'attesa e prima dell'intervento dovrà eseguire alcuni accertamenti pre-operatori (ECG, esami ematici, eventuali accertamenti radiologici) oltre ad una visita anestesiologica, necessaria per valutare il livello di rischio che il paziente può incorrere in caso di intervento chirurgico.
La visita chirurgica riesce a fornire molte informazioni utili a stabilire l’entità del problema e ad indirizzare il paziente verso il percorso clinico più appropriato, ma talvolta non è sufficiente a delineare il quadro, per cui è necessario ricorre a mezzi diagnostici più raffinati.
Esami radiologici:
L’indagine radiologica viene riservata solo ai casi dove persiste un dubbio diagnostico, come nei soggetti obesi o per sospetto di recidiva erniaria. L’ecografia, seppur di facile esecuzione ed ampiamente utilizzata, non rappresenta un’indagine di prima scelta nel percorso diagnostico di questi pazienti, ma può esser utile in determinate circostanze.
La Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) rimane la metodica di scelta nella fase diagnostica delle forme cliniche più complesse, fornendo indicazioni oggettive sui rapporti anatomici, sulle dimensioni del difetto e sul volume del sacco erniario, indispensabili per poi stabilire una corretta strategia chirurgica.
La Risonanza Magnetica viene utilizzata per la diagnosi differenziale nei pazienti affetti da dolore inguinale cronico post-operatorio o in quello di dubbia origine (inguinodinia dello sportivo o Sportman’s Hernia), rilevando quadri flogistici cronici, post-traumatici o degenerativi a carico dei tessuti molli della parete addominale (fasce, aponeurosi, tendini e muscoli) e/o delle strutture ossee del bacino e del rachide dorso-lombare.
Nel trattamento della patologia di parete, vengono utilizzati diversi tipi di anestesia, il cui impiego varia in base alle esigenze del paziente, al quadro clinico, ed alla procedura chirurgica programmata.
Una scelta errata può condizionare il decorso post-op. ed anche il risultato finale.
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TIPI DI ANESTESIA:
ANESTESIA LOCALE: La sua efficacia è legata alla capacità di bloccare sul nascere il dolore impedendo la sua propagazione attraverso le vie nervose che, attraverso i gangli spinali, giungono fino al cervello.
Quando è possibile impiegarla, rimane la soluzione migliore nel trattamento delle ernie primarie del distretto inguinale, ombelicale ed epigastrico.
E’ caratterizzata da:
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un basso impatto sulle funzioni fisiologiche del paziente,
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un'ottimo effetto analgesico (assenza di dolore), in mani esperte,
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è poco costosa,
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ha scarsi effetti collaterali.
Abitualmente viene somministrata dal chirurgo, la cui esperienza gioca un ruolo rilevante sul risultato finale.
E' preferibile non seguirla nei soggetti poco collaboranti ed emotivi, se non associandola ad una blanda sedazione..
Gli effetti analgesici variano a seconda del farmaco impiegato e non scendono mai sotto le 2 ore, arrivando in certi casi fino a 5-6 ore.
ANESTESIA LOCO-REGIONALE (conosciuta come spinale o lombare):
Blocca il dolore a livello dei gangli spinali.
Meno utilizzata rispetto al passato, per i suoi possibili effetti collaterali, di cui il più frequente è la ritenzione acuta d’urina, che si può verificare nei soggetti di sesso maschile con età maggiore di 50 anni portatori di ipertrofia prostatica benigna e che richiede l'inserimento del catetere vescicale, che sarà mantenuto per un minimo di 48 ore.
Tuttavia, il blocco spinale rimane un'eccellente soluzione per il controllo del dolore post-operativo nelle procedure chirurgiche maggiori, attraverso cui si può somministrare, in continuo, analgesici per un arco di 24-48h.
ANESTESIA GENERALE: Blocca il dolore a livello del cervello.
Rimane la scelta obbligata nell’accesso laparo-endoscopico, nel trattamento delle patologie più complesse (voluminose ernie addominali ed inguino-scrotali), nella correzione della diastasi dei muscoli retti addominali e nel trattamento delle recidive.
La somministrazione dei farmaci avviene per via endovenosa e la loro azione interessa lo stato di coscienza ed il tono muscolare del paziente.
La funzione respiratoria viene mantenuta dalla ventilazione assistita. effettuata attraverso una macchina che pompa aria nei polmoni attraverso un tubo inserito in trachea..
Richiede un prolungato periodo di osservazione ed un'adeguata terapia antidolorifica post-operatoria..
La maschera laringea, pur dando effetti simili all'anestesia generale, non richiede la somministrazione di curarici, per cui rappresenta una valida alternativa quando non sia necessario un rilassamento muscolare marcato.
In questo caso si ha una rapida ripresa della coscienza e delle normali funzioni fisiologiche, consentendo una rapida dimissione del paziente.
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