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Le 10 domande più frequenti

Molto spesso il paziente che scopre di avere un'ernia è impaurito e disorientato.

Di seguito alcune domande che mi sono state poste dai pazienti durante la visita specialistica.

Mi auguro che le risposte che troverete vi siano d'aiuto e vi guidino verso una soluzione dei vostri problemi.

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Accorgersi di avere un'ernia

Se notate un rigonfiamento a livello inguinale, addominale o nella sede di un precedente intervento chirurgico: non vi spaventate! 

Se la consistenza è morbida, non fa male e scompare una volta distesi, non c'è da preoccuparsi.

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Cosa devo fare?

Con il tempo il rigonfiamento tende ad aumentare di dimensioni e può associarsi a bruciore locale e dolore, specialmente dopo aver compiuto sforzi fisici intensi. A questo punto è consigliabile di parlarne con il vostro medico di fiducia  o rivolgetevi ad un chirurgo, specialista in materia. Ritardare la diagnosi per paura è sciocco e controproducente.

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Quali accertamenti devo eseguire?

La diagnosi iniziale di ernia addominale è essenzialmente clinica. La visita chirurgica fornisce tutte le informazioni necessarie a stabilire l’entità del problema e ad indirizzare il paziente verso il percorso clinico più appropriato.

L’indagine radiologica viene riservata solo ai casi dove persiste un dubbio diagnostico, come spesso accade nei soggetti obesi o con sospetto di recidiva erniaria. L’ecografia, seppur di facile esecuzione ed ampiamente utilizzata, non rappresenta un’indagine di prima scelta nel percorso diagnostico di questi pazienti, ma può esser utile in determinate circostanze.

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Quando mi devo preoccupare?

Senza dubbio, la complicanza più temibile rimane lo strozzamento erniario, che si presenta come una tumefazione dura e dolente, associata a nausea, vomito, distensione addominale e chiusura dell’intestino a feci e gas.

Rappresenta una situazione pericolosa, che richiede una diagnosi rapida ed un trattamento chirurgico d’urgenza.

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Quali soluzioni per risolvere il problema ?

Il trattamento con mezzi contenitivi (cinti o mutande elastiche), dato che non risolve assolutamente il problema, appartiene ormai al passato.

Tuttavia può rappresentare una soluzione percorribile in soggetti fragili, le cui condizioni di salute (età avanzata, concomitanza di patologie gravi) potrebbero esporre il paziente ad un rischio operatorio insostenibile. 

L’intervento chirurgico rimane l’unica soluzione percorribile nella cura radicale della patologia erniaria.​

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A chi mi devo rivolgere per l'intervento ?

Quando è stato stabilito che l’intervento è necessario è consigliabile affidarsi ad un professionista serio ed esperto in materia, che si appoggi ad una struttura organizzativa efficiente e sicura. Una "banale ernia inguinale" operata male può portare a conseguenze serie come la recidiva erniaria (la presenza di una protesi complica notevolmente la riparazione ed espone il paziente ad un elevato rischio di ri-recidiva) o al dolore cronico post-operatorio, che può invalidare la vita quotidiana ed il lavoro del paziente. Spesso Internet e social media non riescono ad aiutare nella ricerca del miglior professionista, enfatizzano personaggi fumosi che eseguono procedure non sostenute dall' esperienza o dalla letteratura scientifica.

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Qual'è la migliore procedura chirurgica ?

"Primum non nocere" (Ippocrate): significa che, nella scelta di una terapia, bisogna innanzitutto non arrecare danno al paziente e per questo, tra i trattamenti possibili, va sempre privilegiato quello che ha meno effetti collaterali, a parità di risultati.

La procedura chirurgica viene scelta in base allo stato di salute del paziente, al tipo, alle dimensioni ed anche alla sede di insorgenza dell'ernia (tailored surgery).

E' sempre preferibile proporre al paziente procedure a bassa invasività, che siano eseguite in anestesia locale, con piccole incisioni, protesi performanti, minimizzando i sistemi di fissazione protesica per ridurre il dolore post-op.

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La rete che mi impiantano è sicura ?

L'impianto protesico (rete chirurgica) viene utilizzato nel 99% nella riparazione delle ernie inguinali ed addominali. Sono realizzate in materiali differenti, di natura sintetica o biologica, adatti per stare a contatto con i tessuti umani. 

La loro funzione è quella di sostenere tessuti fragili e la loro struttura facilita la colonizzazione da parte dei tessuti dell'ospite fino a completa integrazione. Spesso sono materiali con oltre 60 anni di utilizzo, senza mai dare reazioni di rigetto da parte del paziente. L'unico serio rischio è l'infezione dell'impianto. L'equipe chirurgica specializzata nella riparazione erniaria, conosce bene questo rischio e prende tutte le precauzioni necessarie a scongiurare il rischio. Nel caso si verificasse, si cerca di salvare la protesi con terapia antibiotica mirata, medicazioni a pressione negativa e richiedere l'espianto in caso di insuccesso della terapia conservativa. In passato si sono verificati dei richiami, il che porta i pazienti a chiedersi se la rete chirurgica sia la scelta giusta per loro.

La scelta del materiale migliore spetta al vostro chirurgo, che deciderà la tecnica chirurgica ed il tipo di protesi più adeguato alle vostre esigenze.  

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L'età è un problema per l'operazione ?

L’età non è una controindicazione all’intervento, se necessario.

Pazienti definiti fragili, per età o per la coesistenza di patologie sistemiche importanti (diabete, obesità, broncopatie croniche ostruttive, vascuolopatie e trattamenti immuno-depressivi) o che presentano ampi difetti erniari o recidive erniarie, richiedono per sicurezza un ricovero ordinario ospedaliero

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Quanto dura la convalescenza  ?

Non ci sono restrizioni assolute all'attività fisica, dopo l'intervento.


Ciò significa che si può camminare, salire le scale, avere rapporti sessuali, falciare il prato o fare esercizio fisico leggero, sollevando pesi fino a 3 Kg nella prima settimana, per poi progressivamente aumentare l'intensità.         Tornare prima possibile all'attività normale, faciliterà il vostro completo recupero.
 Tuttavia, se farlo crea disagio, evitatelo. Prendetevela con calma e lasciatevi guidare dal dolore. 

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